Presenti in tutta Europa, i prati comunitari di proprietà civica, come parenti poveri e insieme precursori della grande tradizione dei parchi urbani, sono stati alternativamente e talvolta contemporanemente luoghi per il divertimento collegiale e trasgressivo, spazi di mercato e scambio per i prodotti delle campagne e delle manifatture cittadine, verdi spianate per il passeggio. È in questi lacerti incolti che si è sperimentata per la prima volta l’associazione fra campagna e città, fra tessuto abitato denso e spazi vuoti verdeggianti; sono questi luoghi che hanno preparato il mutato atteggiamento culturale con cui oggi guardiamo ai processi naturali di occupazione vegetale di aree abbandonate, oltre che alle molte forme d’uso temporaneo che vi trovano spazio. Un recente volume promosso dalla Fondazione Benetton approfondisce la tematica dei vasti vuoti urbani sedimentati nella storia della città, nel contesto di una ricerca volta a cogliere nuove accezioni di spazio comune nella dimensione civica contemporanea.
BOOK – RECENSIONI
Novità editoriali in Italia e nel mondo