TOPSCAPE 57

È USCITO TOPSCAPE 57

Con un nuovo pensiero sull’azione urbana, che recupera le ruralità come laboratorio socioculturale, urbano e ambientale capace di rispondere alle grandi sfide delle transizioni in corso è cosi che TOPSCAPE apre il numero 57, affrontando il tema del paesaggio identitario nei territori periurbani spesso vittime di una narrazione fuorviante proponendo una lettura che, per contro, ne esalta il potenziale culturale, ambientale e comunitario. Temi che ancora una volta pongono gli strumenti dell’architettura del paesaggio come indispensabili processi di cura. Come nel caso del progetto delle Torri ALER, case popolari alla periferia di Milano la cui storia a lieto fine è oggi tangibile, nelle floride zucchine estive o nei pomodori maturi che gli abitanti raccolgono allegramente, sugli orti sul tetto disponibili per la comunità.

Ma il viaggio di TOPSCAPE in questo numero parte da un paesaggio storico emblematico per il nostro Paese come il Parco della Reggia di Caserta che, per la prima volta, affronta e mette a sistema un vero e proprio piano Marshall per la sua gestione. Un cambio di passo contemporaneo e innovativo indispensabile per un paesaggio così complesso che costituirà un caso di riferimento unico nel suo genere. È sempre trattando interventi esemplari che presentiamo la riconversione di un brano di paesaggio che, in Florida, non ha mai risolto la forte compromissione ambientale passando da vasto scalo ferroviario a tessuto urbanizzato e che solo ora, a distanza di quasi un secolo, riconquista la sua vitale fertilità. Un progetto che, a firma dello studio SASAKI, non sorprende per la sua modernità ma per l’opera di cura titanica che l’azione di bonifica e il successivo intervento risolvono, per restituire un paesaggio che appare oggi nella sua naturalità. Sempre nell’ambito di progetti di paesaggio che appaiono come opere titaniche TOPSCAPE presenta il progetto, premiato al City’Scape Award 2024: la realizzazione e la mitigazione del Depuratore Trento Tre, un progetto paesaggistico che sfida architettura e ingegneria per restituire un dispositivo di paesaggio che riconcilia l’infrastruttura con il territorio. Ma nella sfida tra ingegneria e paesaggio si muove anche l’intervento di Catherine Mosbach nel Parco Nazionale di Ulsan, un microcosmo di stratificazioni che estende la percezione dei confini fisici e temporali del giardino, evocando la storia del paesaggio.  Questo numero, però, contiene molto altro, a partire dallo speciale dedicato a SPORT & PLAY LANDSCAPE. Lo sport, oltre che un asset di sviluppo molto importante nel nostro paese, dal 2023 è diventato un diritto costituzionale come recita l’art. 33 “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. Questo riconoscimento, unito alla maggiore sensibilità verso la prevenzione e tutela della salute, ha certamente contribuito a quella che possiamo definire come la sportivizzazione del paesaggio pubblico. Per questo, il tema del gioco e dello sport come uno dei vettori di riqualificazione urbana e sociale diventa centrale tanto da identificare un vero e proprio ambito professionale che si va delineando in quello che oggi viene definito Sport Urbanism, un concetto che promuove la realizzazione delle infrastrutture per l’attività fisica, ludica o sportiva come strumento integrato nel progetto del paesaggio per il coinvolgimento della comunità e il rafforzamento del senso di appartenenza. Ne sono dimostrazione l’Ecopark Durrës, Bogaardplein, il Parco Fluviale di S. Lazzaro di Savena, il Metropolitan Park, l’Elsa Eschelsson’s Park e il Variey Livvi’s Place che pubblichiamo in questo numero come rassegna di alcune recenti realizzazioni come risposta a una richiesta crescente che vede il paesaggio urbano come mezzo per migliorare la qualità della vita e tutelare la salute pubblica.

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