Attraversiamo un momento molto favorevole e promettente per il paesaggio urbano contemporaneo, poiché mai come oggi la cultura del progetto, le politiche e l’opinione pubblica convergono sulla necessità di una sempre maggiore presenza della “natura” all’interno delle città. Proprio per questo, si rende sempre più urgente approfondire e ampliare la riflessione critica sulle modalità con cui favorire questa presenza e interrogarsi sui rischi di confondere la natura con il “verde”, all’interno di logiche strettamente prestazionali e quantitative che potrebbero ridurla a uno sfondo neutro e consensuale. Non si tratta di demonizzare il “verde”, ma di sollecitarne una maggiore complessità semantica, che ne moltiplichi le sfumature e le declinazioni cromatiche in chiave operativa e non riduca la ricchezza e l’eterogeneità dei significati dei paesaggi del nostro tempo. Questo saggio riprende uno dei temi del lavoro di ricerca di Annalisa Metta dal titolo “Il paesaggio è un mostro. Città selvatiche e nature ibride”.
BOOK – RECENSIONI
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