Una città in grande espansione del Kurdistan iracheno e uno sceicco che decide di costruire una dimora degna del suo prestigio, rivolgendosi a uno studio d’architettura americano. Ma ben presto sorgono problemi legati alla comprensione dell’ambiente e alle differenze culturali tra committenza e professionisti. È qui che due paesaggisti italiani, Marcella e Alberto Minelli, vengono chiamati per riportare ordine spaziale, visivo ma anche culturale a più di 8 ettari di parco. Il risultato: una rilettura rigorosa della vegetazione legata alla cultura del Paese, che ricorda negli odori e nei colori le atmosfere mediterranee per una gerarchia di spazi che, senza disorientare, rende possibile nel grande spazio la lettura delle sequenze e dei coni visivi, mixando abilmente radici estetiche e culturali che mettono in sequenza la storia stessa del giardino nobile.
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