ADOLESCENTI: IL SILENZIO DELLO SPAZIO URBANO

Il paesaggio pubblico esiste come luogo democratico, baricentro di azioni sociali e politiche di forte inclusione, uno spazio dove è possibile interagire sia all’interno delle dinamiche sociali sia in quelle paesaggistico-ambientali, fattore determinante per lo sviluppo di una migliore qualità di vita. Ma se l’obiettivo dello sviluppo sostenibile deve essere raggiunto e una società coesa e inclusiva ne rappresenta il viatico, allora è necessario che tutti i gruppi sociali diventino componente attiva del processo decisionale. La pandemia ha messo in luce, tra gli altri aspetti, alcune fasce sociali che, considerate da sempre transitorie, sono oggi tra le più colpite dagli effetti del confinamento: gli adolescenti. Nel più vasto rumore dell’emergenza sanitaria il silenzio degli adolescenti rappresenta un’emergenza sociale i cui effetti non sono ancora chiari, ma ci costringe a ripensare anche per il futuro il disegno del paesaggio pubblico per la loro socialità. Lo studio che presentiamo se pur realizzato prima della pandemia coglie quest’esigenza nell’indagare il rapporto, tra spazi e fruizione da parte degli adolescenti, risultando illuminante per il rafforzamento futuro di progettualità più inclusive e partecipative.

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