SU TOPSCAPE 55 L’URBANISTICA VEGETALE DI CAROLINE MOLLIE

La Francia vanta una grande e importante tradizione per quanto riguarda le politiche di quella che, per la prima volta nel 1993, Caroline Mollie definisce “urbanistica vegetale”. Già a partire dal XVII secolo si assiste infatti alla creazione in città di promenades plantées cui si associano altre forme vegetali, quali le allées di accesso ai castelli o le alberature stradali che costeggiano le routes royales con la funzione di delimitare le terre e offrire ombra ai viaggiatori. Se, per tutto il XVIII secolo, queste strade alberate costituiranno la spina dorsale di ambiziosi progetti di espansione urbana – come nel caso di Bordeaux, Tolosa e Nîmes – nel XIX secolo a Parigi contribuiranno a una vera e propria rivoluzione vegetale a opera del barone Haussmann, collegando tra loro i nuovi spazi di natura offerti ai cittadini, dai bois agli squares. Si tratta in tutti questi casi di progetti di urbanistica vegetale ambiziosi e di grande qualità, fondati su principi solidi e garantiti da competenze specifiche, finalizzati a rispondere a precisi obiettivi. Caroline Mollie, architetto paesaggista francese, si inserisce in questa lunga e prestigiosa tradizione – che purtroppo è stata abbandonata negli anni del boom economico – dedicandosi da cinquant’anni a promuovere una nuova visione degli alberi in città. Il concetto di “urbanisme végétal” da lei introdotto costituisce il filo conduttore delle sue molteplici pubblicazioni che si sono susseguite dagli anni novanta a oggi, diventando un importante riferimento per i professionisti della pianificazione in Francia e all’estero1. Membro d’onore della Federazione Francese del Paesaggio, di cui è stata presidente per una decina di anni, Caroline Mollie è costantemente impegnata a sostenere, difendere e diffondere, con tenacia e passione, i diritti delle piante. In questa intervista ci spiega i capisaldi delle sue convinzioni e del suo impegno, le attitudini e i gesti da adottare in opposizione alle false “buone idee” da smascherare; ci illustra quelle regole del buon senso considerate basilari per gestire e preservare il nostro patrimonio arboreo e per costruire la città del futuro all’insegna della bellezza, della qualità e dell’armonia.

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